COMUNICATO STAMPA
VAL DI CONCEI – ORSA F43 MORTA DURANTE LA CATTURA
Luca Lombardini – presidente LNDC – Sezione di Trento
Piera Rosati - Presidente LNDC nazionale: “Gestione evidentemente non all’altezza della situazione, approssimativa e inefficace in una Regione che da anni si dimostra problematica per la convivenza con questi splendidi animali”
Anche la Lega Nazionale Difesa del Cane – Animal Protection – Sezione di Trento interviene sulla vicenda dell’orsa morta in Trentino:
“KG2G1 nel 2008, Jurka nel 2012, Daniza nel 2014, ed ora F43.
Un altro incidente. Troppi incidenti.
Non vi è dubbio alcuno che il Progetto Life Ursus nel 1998 ebbe un impatto fondamentale per la
salvaguardia dei plantigradi sulle Alpi Centrali.
Non è il momento di alzare il dito contro qualcuno (seppur sia evidente che nel caso di responsabilità o
negligenze sulle procedure poste in essere, queste debbano essere accertate ed i fatti chiariti) ma di
fermarci e fare un’analisi dei fatti e porre fine ad operazioni che seppur presentino un insito grado di rischio
non possono rappresentare un momento di tragedia per questi animali.
Dobbiamo fare cultura. Nelle scuole. Nei paesi. Nell’opinione pubblica tutta. La stessa politica deve
imparare dai propri errori e proporre alternative;
Dobbiamo sostenere la convivenza tra l’uomo e gli animali che vivono il territorio. Senza retorica. Senza
paura. Con la consapevolezza che episodi come quelli accaduti non possono più ripetersi.
Non solo in Trentino. – dice Luca Lombardini, presidente LNDC Animal Protection – Sezione di Trento -
Il commento di Lombardini si aggiunge alle dichiarazioni rilasciate dalla LNDC Animal Protection nazionale.
Da un anno i movimenti del plantigrado venivano monitorati tramite radiocollare, visto che si era avvicinata spesso agli umani e alle loro attività. Dato che il dispositivo doveva essere sostituito si è proceduto a quella che dovrebbe essere una procedura di routine. Eppure qualcosa è andato storto e quindi l’orsa, una volta anestetizzata, è morta all’interno della gabbia utilizzata per la cattura. Secondo quanto riportato finora, il decesso sarebbe stato causato dalla posizione assunta dall’animale all’interno nella trappola e il personale veterinario avrebbe tentato di rianimarla senza successo.
“Ancora un altro orso, in questo caso orsa, vittima di una gestione evidentemente non all’altezza della situazione, approssimativa e inefficace in una Regione che da anni si dimostra problematica per la convivenza con questi splendidi animali”, commenta amareggiata Piera Rosati – Presidente LNDC Animal Protection. “Sono tanti gli orsi che abbiamo pianto in questi anni: Daniza, JJ4, KJ2, ultimamente un cucciolo di orso investito e lasciato morire sull’asfalto e M49 ancora sofferente e rinchiuso in cattività. Purtroppo dobbiamo constatare che la vita degli orsi è in costante pericolo per una incapacità dell’uomo di convivere pacificamente dopo aver invaso i territori che dovrebbero appartenere di diritto alla fauna selvatica.”
“Tramite i nostri legali faremo tutte le valutazioni del caso per capire qual è la strada migliore per fare chiarezza su questa ennesima morte di un animale la cui unica colpa era quella di vivere la sua vita, nel suo habitat. Probabilmente si sarà trattato, come dichiarato, di un incidente, ma vogliamo andare a fondo e capire bene cosa è stato fatto e come, visto che la Provincia di Trento ha sempre dimostrato poca tolleranza verso gli orsi che popolano i boschi”, conclude Rosati.
Con gentile richiesta di pubblicazione e diffusione
Trento, 8 settembre 2022